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Barca a Vela
La barca a vela è un tipo di imbarcazione la cui propulsione è affidata principalmente allo sfruttamento del vento e in cui il motore riveste solo un'azione di supporto specialmente nelle manovre in porto.
La vecchia legislazione definiva imbarcazione a vela con motore ausiliario le unità da diporto munite di motore (entro o fuori bordo) con potenza espressa in cv. inferiore al 50% della superficie velica misurata in metri quadrati (Es. superficie velica 80 m², potenza massima 40 cv.).
Le unità con potenza maggiore sono definite motorsailer, questo tipo di imbarcazione affidano alle vele un ruolo secondario.
Una barca a vela si compone di numerose parti.
Tra le principali: 1 -
Le barche a vela si possono distinguere in "derive", vale a dire piccole barche, normalmente sotto i 5-
Le barche a vela possono essere monoscafo o multiscafo. Se a due scafi vengono definite catamarani, se a tre scafi trimarani.
1 Derive
2 Nomenclatura
3 Le Andature
4 La Rosa dei Venti
5 Precedenze
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Derive
Le derive come già citato precedentemente sono delle piccole barche da diporto di una lunghezza variabile tra i 2 e i 6 metri. Queste si suddividono poi, in due grandi categorie quelle da regata o più semplicemente da diporto o passeggiata nautica (spesso semicabinati). Le prime vengono in seguito dichiarate classi olimpiche e non, dalla Federazione Italiana Vela, (FIV) in Italia, da altri enti all'estero. Con il termine "Classe" è inteso uno specifico modello d'imbarcazione (Classe Optimist, Laser, 420 ecc.) che oltre ad avere il nome di progetto è dotato di simbolo di riconoscimento, normalmente stampato sulla randa, vicino l'angolo di penna (Es. Optimist= O con una I intersecata, Snipe= un beccaccino, Star= una stella e così via). Normalmente, subito sotto questo simbolo, sono ubicati i numeri velici (da considerarsi come la targa dell'imbarcazione), che consentono l'identificazione di una, tra molte dello uno stesso tipo.
Più correttamente le caratteristiche delle derive, lo dice lo stesso termine "deriva", è la caratteristica di questi scafi ad avere una bassissima zona immersa (opera viva nelle imbarcazioni più grandi) e l'azione della superficie mobile "deriva" è preponderante alle varie andature rispetto allo scafo—concetto delle diminuzione delle superfici dislocanti che si applica agli scafi di ultima generazione.
Nomenclatura
1 Scafo, che si suddivide in parte anteriore, PRUA, e posteriore, POPPA, e fianchi chiamati MURATE.
2 Opera, che si divide in opera morta e opera viva (o carena): rispettivamente la parte non immersa nell'acqua e quella immersa.
3 Pozzetto, parte della coperta dove lavora l'equipaggio.
4 Coperta, superficie calpestabile dell'imbarcazione.
5 Albero, lungo tubolare in alluminio, carbonio o legno, di sviluppo verticale, ove è collegato il boma.
6 Boma, agganciato all'albero ad un'estremità, tramite un giunto snodato detto trozza è la parte mobile che permette il cambio di mure durante una virata o abbattuta, su cui è agganciata la base della randa.
7 Randa, vela dell'imbarcazione (di solito quella principale) il cui lato verticale (detto inferitura) è inserito nell'albero, mentre quello orizzontale (la base) è fissato al boma
8 Fiocco, vela dell'imbarcazione che è situata in prua (genoa se di dimensioni maggiori)
9 Scotte, cime che servono a controllare il livello di tesatura delle vele (es. scotta randa, scotte fiocco)
10 Drizze, cime utilizzate per issare le vele.
11 Cime nome generico con cui si designano le "corde" a bordo di un'imbarcazione (es. cime d'ormeggio)
12 Timone, strumento attraverso il quale si fa accostare la barca a destra o a sinistra
13 Deriva, protuberanza fissa o mobile, posta sotto la chiglia dell'imbarcazione, che contribuisce a trasformare il movimento trasversale del vento sulle vele, in moto d'avanzamento.
14 Manovre Fisse insieme di cavi che sostiene l'albero maestro.
Le Andature
Per approfondire, vedi la voce Andature (vela).
Le diverse andature. La freccia nera in alto rappresenta la direzione di provenienza del vento:
0. prua al vento
1. bolina:
-
-
2. traverso
3. lasco
4. e 5. gran lasco
6. poppa
Una barca a vela per poter navigare ha bisogno della forza del vento sulle vele. Essa può posizionarsi a varie angolature rispetto alla direzione del vento, in base alla rotta che decide di tenere. Le barche a vela non possono risalire il vento entro un angolo di un centinaio di gradi con bisettrice la direzione del vento;le barche da regata più performanti possono ridurre l'angolo morto a circa 70°, che significa stringere di molto la direzione del vento senza perdere velocità.
L'andatura schematizzata in teoria a 45º dal vento è la cosiddetta bolina stretta. Si raggiunge quando una barca è al limite del controvento; tuttavia il vento continua a fare pressione sulla superficie velica.
A 60º dalla direzione di provenienza del vento, si passa alla bolina larga dove si "lascano" (allentano) le scotte per regolare le vele in funzione del nuovo angolo.
A 90º sulla perpendicolare del vento si ha il traverso.
A 120º il lasco.
A 150º il granlasco.
A 180º l'andatura di poppa o fil di ruota.
In qualunque andatura, le vele sono regolate sempre sul vento "apparente" (diverso dal vento reale che avvertirebbe un ipotetico osservatore immobile), il quale deriva dalla combinazione del vento reale col "vento" generato dal movimento dell'imbarcazione (vento di velocità o vento relativo).